Vade retro! Esorcismi al cinema: il gusto della paura
Arriva al cinema dal 29 maggio "L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual": facciamo il punto sui film di esorcismi e possessioni e scopriamo perchè ci piace tanto spaventarci al cinema.
Ciao, come va? Nuova puntata con doppio argomento, tra il sacro e il profano (diciamo così), che mi sono divertito molto a scrivere. Sono giornate molto impegnative e stressanti e il tempo che mi ritaglio per scrivere questa newsletter (così come l’ora di radio a settimana, così come le anteprime stampa vissute con gli amici…) sono i momenti in cui effettivamente riesco a staccare la testa e sentirmi più leggero. La scrittura ha sempre avuto questo effetto su di me, come se riempire un foglio bianco servisse paradossalmente a svuotarmi la testa dai pensieri negativi. Iniziamo… buona lettura! P.S.: in fondo c’è un sondaggio, vota anche tu! Grazie!

Il 6 giugno 2025 segna il ritorno di Al Pacino all’horror con L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, diretto da David Midell. Il film si ispira a uno dei casi di esorcismo più documentati della storia americana: quello di Emma Schmidt, avvenuto negli anni ’20 nel Midwest. Pacino veste i panni di Padre Theophilus Riesinger, sacerdote realmente esistito e figura centrale nella storia degli esorcismi, affiancato da Dan Stevens nel ruolo di Padre Joseph Steiger e da Abigail Cowen nei panni della tormentata Emma.
Com’è il film? Non ne posso ancora parlare perché c’è un embargo che scadrà dopo l’uscita di questa newsletter, per cui tenete d’occhio i miei canali - in fondo ci sono tutti i link - per scoprire cosa ne penso.
Ma non è questo il punto. Io i film di esorcismi me li vado a vedere tutti, a prescindere. Perché adoro spaventarmi al cinema. Perché la sottile e strisciante paura che ho provato quando ho visto L’esorcista al cinema mi ha provocato deliziosi incubi notturni. Perché tutto ha inizio proprio da quel terrificante film degli anni ‘70.
Esorcismi al cinema: tra fede, paura e aneddoti inquietanti
Il cinema ha sempre flirtato con l’invisibile. Ma è con L’Esorcista (1973) di William Friedkin che l’horror ha trovato il suo “vangelo oscuro”. Basato sul bellissimo romanzo di William Peter Blatty, il film è una pietra miliare non solo per il genere, ma per tutto il cinema.
La storia della piccola Regan posseduta da una forza demoniaca ha riscritto le regole del brivido: effetti speciali mai visti prima, un sound design che ancora oggi è da studiare, una tensione insostenibile, e un’iconografia (la croce rovesciata, la voce cavernosa, la testa che ruota) diventata universale.
Il mito de L’Esorcista si alimenta anche fuori dallo schermo. Si racconta che il set fu colpito da una serie di incidenti inspiegabili, tra cui un incendio che distrusse buona parte della scenografia, lasciando intatta solo la stanza di Regan. Friedkin, ossessionato dal realismo, sparò colpi a salve sul set e fece raffreddare gli ambienti per far vedere il respiro degli attori. Linda Blair (Regan) subì un trauma fisico a causa degli strattoni del letto meccanico. Max von Sydow, interprete di Padre Merrin, si diceva disturbato da presenze notturne durante le riprese.
Il film venne accusato di blasfemia, proiettato sotto scorta in alcuni paesi e censurato altrove. In Italia, al suo debutto nel 1974, generò scene di panico nelle sale.
Ma il vero miracolo è che, cinquant’anni dopo, continua a far paura.
Negli anni, il tema dell’esorcismo ha trovato nuove declinazioni. L’Esorcismo di Emily Rose (2005), diretto da Scott Derrickson, unisce horror e dramma giudiziario: il male esiste davvero o è solo una proiezione mentale? The Conjuring (2013) invece rilancia l’esorcismo come evento spettacolare, dando vita all’universo horror dei Warren. E poi ci sono i casi italiani: La casa dell’esorcismo (1975), spin-off furbo di Lisa e il diavolo di Bava, dove Telly Savalas affronta il diavolo a colpi di sguardi allucinati.
La forza del filone sta nella sua ambiguità: dove finisce la psichiatria e dove comincia il paranormale? È questa zona grigia, tra verità e superstizione, a fare la fortuna del genere. Ogni nuova versione, se ben scritta, riapre il dibattito tra fede e ragione, paura e scienza.
10 film in odor di zolfo
L'esorcista (1973) – Il padre di tutti i film sul tema. Un capolavoro, ancora oggi insostenibile.
L’esorcismo di Emily Rose (2005) – Horror e dramma giudiziario insieme. Potente, intelligente.
The Conjuring (2013) – Horror classico e ben scritto. Ha lanciato un’intera saga.
Il rito (2011) – Con Anthony Hopkins, ispirato a un corso reale di esorcismo in Vaticano.
Possession (1981) – Di Andrzej Żuławski. Più psicologico che paranormale. Devastante.
The Wailing (2016) – Horror coreano che mescola folklore, sciamanesimo ed esorcismi.
The Medium (2021) – Mockumentary tailandese, disturbante e sorprendente.
St. Maud (2019) – Minimalista, intimo, una riflessione sulla fede come delirio.
Verónica (2017) – Dal regista di REC, ispirato a un caso reale in Spagna. Ipnotico.
La casa dell’esorcismo (1975) – Cult italiano, sporco, grezzo, ma visivamente potentissimo.
Psicologia della paura: perché amiamo spaventarci al cinema?
Guardare horror è una contraddizione affascinante. Perché cerchiamo volontariamente un’emozione che il nostro corpo, evolutivamente, ha imparato ad evitare? La risposta è duplice: biologica e culturale.
A livello neurologico, il cervello rilascia dopamina, adrenalina, cortisolo, ma anche endorfine. Il risultato è uno “sballo controllato”, un cocktail di tensione ed euforia. Come sulle montagne russe, sappiamo che il pericolo è simulato, ma la risposta fisica è autentica. Questa simulazione di stress ci permette di allenare la nostra risposta emotiva: chi guarda horror, secondo alcuni studi, è più abituato a regolare ansia e panico.
Dal punto di vista culturale, il cinema horror diventa uno specchio sociale. Nei periodi di crisi – guerre, pandemie, crolli economici – il genere horror esplode. È come se, affrontando mostri, fantasmi e demoni, riuscissimo a proiettare e razionalizzare le paure del quotidiano.
L’horror è, in fondo, una palestra della resilienza.
E non è un caso che l’esorcismo continui a funzionare: parla della lotta tra bene e male, del controllo e della perdita di sé, dei legami familiari in frantumi. Temi universali, antichi, irrisolti. E quando le luci si spengono in sala, siamo pronti a incontrare i nostri demoni – e, forse, a esorcizzarli.
Il Conclave nella realtà e nella finzione cinematografica
Mentre scrivo (ore 10.37 di giovedì 8) ancora non si sa chi sarà il nuovo Papa. La fumata bianca è attesa per la sera. Gli occhi di tutti saranno puntati sul comignolo sul tetto della Cappella Sistina.
Il Conclave del 2025 si distingue per essere il più grande e diversificato nella storia della Chiesa, con 133 cardinali provenienti da 71 paesi, riuniti per eleggere il successore di Papa Francesco. La procedura prevede votazioni quotidiane fino al raggiungimento della maggioranza qualificata, con il tradizionale segnale del fumo bianco ad annunciare l'elezione.
Questo clima di mistero e solennità ha ispirato numerose opere cinematografiche. Il film Conclave (2024), diretto da Edward Berger e interpretato da Ralph Fiennes, offre uno sguardo intenso e realistico sul processo di elezione papale, esplora in maniera molto accattivante le tensioni e i giochi di potere all'interno del Vaticano. Dopo la morte di Papa Francesco, il film ha registrato un aumento del 283% nelle visualizzazioni, passando da 1,8 milioni a 6,9 milioni di minuti visti in un solo giorno.
Anche I due Papi (2019), disponibile su Netflix, ha visto un'impennata del 417% nelle visualizzazioni nello stesso periodo. Il film, che immagina un dialogo tra Papa Benedetto XVI e il futuro Papa Francesco, offre una riflessione sulle sfide e le trasformazioni della Chiesa contemporanea.
Il Vaticano sul grande schermo: tra realtà e immaginazione
Oltre a Conclave e I due Papi, il cinema ha spesso rappresentato il Vaticano come luogo di intrighi e misteri. Angeli e Demoni (2009), tratto dal romanzo di Dan Brown, trasforma il Conclave in un thriller adrenalinico, con società segrete e complotti che minacciano la Chiesa.
Altri film, come Il Papa Buono (2003), offrono invece un ritratto più intimo e spirituale della figura papale, raccontando la vita e il pontificato di Giovanni XXIII.
Il Conclave, con le sue regole secolari e il suo carattere riservato, rappresenta un unicum nel panorama mondiale: questo rito chiuso e silenzioso affascina per la sua capacità di resistere al tempo e alle mode. Il cinema, attraverso le sue narrazioni, cerca, e a volte riesce, a rendere accessibile e comprensibile questo evento, permettendo al pubblico di avvicinarsi a un mondo altrimenti inaccessibile.
10 film in odor di santità
Il tormento e l’estasi (1965) - Un classico che narra il rapporto tra Michelangelo e Papa Giulio II durante la creazione della Cappella Sistina. Charlton Heston e Rex Harrison offrono interpretazioni memorabili in questo film che unisce arte e fede.
L'uomo venuto dal Kremlino (1968) - Anthony Quinn interpreta un Papa russo durante la Guerra Fredda, in un film che riflette sulle tensioni geopolitiche e il ruolo del papato nel mondo moderno.
Habemus Papam (2011) - Diretto da Nanni Moretti, racconta la crisi esistenziale di un Papa appena eletto che si rifiuta di assumere il ruolo. Una riflessione profonda sull'identità e le responsabilità spirituali.
La Papessa (2009) - Basato sulla leggenda di Papa Giovanna, una donna che avrebbe assunto il papato travestita da uomo nel IX secolo. Un film che esplora temi di genere e potere nella Chiesa.
Chiamatemi Francesco – Il Papa della gente (2015) - Biopic in due puntate che segue la vita di Jorge Mario Bergoglio fino alla sua elezione come Papa Francesco. Un ritratto intimo e coinvolgente del pontefice argentino.
Papa Francesco – Un uomo di parola (2018) - Documentario di Wim Wenders che presenta le idee e i messaggi chiave di Papa Francesco, offrendo una visione diretta del suo pensiero.
I due Papi (2019) - Con Anthony Hopkins e Jonathan Pryce, immagina un dialogo tra Papa Benedetto XVI e il futuro Papa Francesco.
Francesco (2020) - Documentario che affronta temi contemporanei come l'immigrazione, l'ambiente e i diritti civili attraverso la figura di Papa Francesco.
Conclave (2024) - Thriller diretto da Edward Berger, con Ralph Fiennes, che esplora le tensioni e i segreti all'interno di un conclave per l'elezione di un nuovo Papa.
Aldeas – A New Story (2025) - Documentario prodotto da Martin Scorsese che include l'ultima intervista a Papa Francesco, focalizzandosi sulla "Cultura dell'Incontro" e l'inclusione sociale.
Preferito Cinema Show: voci nel buio e scelte di sangue
In apertura trasmissione abbiamo sentito telefonicamente il regista Michele Pastrello, autore di 1485 KHz (Se otto ore), un ghost-thriller che unisce sovrannaturale e politica sociale. Ve ne parlo anche qui.
In studio con noi il regista Francesco Leonardi, che ci ha presentato Carneviva, il suo cortometraggio crudele e lirico sulla muta ribellione di un ragazzo ai margini.
Qua sotto potete recuperare la puntata 👇
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🎙️Nella prossima puntata sarà nostro ospite Giulio Valli, autore di Cinema gol! La più completa guida ai film sul calcio, libro che analizza gli appassionanti incontri tra calcio e cinema in un percorso che va dai film più celebri come Fuga per la vittoria e Sognando Beckham a quelli d’autore come È stata la mano di Dio.
Appuntamento martedì 13 maggio, ore 16, sempre e solo su Radio Kaos Italy.
📚Un consiglio di lettura. Tre motivi per leggere:
Una mappa culturale del terrore cinematografico, dagli albori a oggi
La collana Odoya non si limita a elencare film e registi, ma costruisce una vera e propria genealogia dell’horror. Dalle origini gotiche del muto ai sottogeneri più estremi contemporanei (zombie movie, found footage, body horror, folk horror, horror asiatico), ogni volume è un viaggio documentato attraverso l’evoluzione storica, estetica e sociopolitica del genere. Perfetta per chi vuole capire perché abbiamo paura e come il cinema ce la restituisce.Approfondimenti autorevoli ma accessibili
Curata da esperti e studiosi del genere, la collana unisce rigore accademico e tono divulgativo. Non è una lettura “per addetti ai lavori”, ma una guida appassionante anche per cinefili curiosi, studenti di cinema e spettatori che vogliono andare oltre il semplice spavento. Ogni volume offre analisi, contesti e consigli di visione, senza mai perdere il gusto del racconto.Una collezione da scaffale per ogni horror-addicted che si rispetti
Visivamente curata e ben strutturata, la collana è anche un bell’oggetto da collezione. Ogni volume si concentra su un sotto-genere o su un’area tematica, diventando un’enciclopedia tascabile del brivido. Che tu voglia approfondire i classici di Universal, gli splatter anni ’80, l’horror italiano o le nuove tendenze postmoderne, qui troverai una bussola completa e sempre aggiornata.
⚒️Tool, link utili, plug in, produttività, svago…
✍️ Writers’ Hour è una piattaforma gratuita ideata dal London Writers’ Salon che offre sessioni quotidiane di scrittura collettiva online, in vari fusi orari, per aiutare scrittori, copywriter, giornalisti, sceneggiatori e creativi di ogni tipo a costruire una routine di scrittura costante e produttiva. Ogni incontro dura un’ora e segue una semplice struttura: introduzione, 50 minuti di scrittura silenziosa e condivisione finale. È pensata per aiutare a costruire una routine produttiva, scrivendo in compagnia e sentendosi parte di una community globale. Ci si iscrive e si partecipa via Zoom.
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