La potenzialità del VR: se foste voi i protagonisti di un film?
Ho visto "The Faceless Lady" prodotto da Eli Roth su Oculus Quest. Tra storytelling interattivo e narrativa immersiva, esploriamo le potenzialità di questo strumento.
Ciao, come state? Vi racconto l’antefatto (ve la faccio breve, giuro). Come ho raccontato nella precedente puntata, mi hanno hackerato il profilo Facebook. Il problema era che non risultavo io il possessore dell’account, ma un individuo X minorenne. Dovevo dimostrare di essere effettivamente io il proprietario dell’account. Unico modo era identificarmi tramite secure auth. Praticamente impossibile perchè il maledetto hacker ha cambiato molte cose del mio profilo, foto profilo, età, mail… tutto. Girando per il web mi sono imbattuto in un forum inglese in cui un utente ha spiegato di essere riuscito a recuperare il suo profilo tramite Oculus Quest. Per chi non lo sapesse l’Oculus Quest è il visore per la realtà virtuale di Meta, che io ho, essendomi servito anni prima per un lavoro. Ok provare non costa nulla. Ho riattivato il mio visore, ho smanettato per ore e alla fine sono riuscito a farmi riconoscere da Meta e a riprendere possesso del mio profilo FB. Visto che c’ero mi sono immerso nell’Oculus per vedere le novità. Un sacco di roba interessante. Un perfetto spunto per questa newsletter. Iniziamo!
Ho appena terminato di visionare The Faceless Lady, la serie prodotta da Eli Roth in collaborazione con Meta, e… mi è piaciuta molto!
Immaginate di trovarvi all'interno di un antico castello irlandese, dove le pareti sembrano osservarvi e ogni specchio potrebbe nascondere il volto sfigurato di Lady Margaret Hodnett, la leggendaria "Dama senza volto" che infesta Kilolc Castle. Non state semplicemente guardando una storia di fantasmi: la state vivendo. Potete voltarvi a 180 gradi per esplorare l'ambiente circostante, percepire la presenza inquietante alle vostre spalle, sussultare quando un personaggio attraversa inaspettatamente il vostro campo visivo.
La nuova frontiera della narrazione
Lo storytelling interattivo e la narrativa immersiva non sono certo concetti nuovi, ma secondo me ancora non sono stati sviluppati a dovere. Ciò che rende The Faceless Lady un caso di studio particolarmente interessante è il modo in cui Eli Roth, maestro dell'horror tradizionale, ha abbracciato le possibilità offerte dalla realtà virtuale per reinventare il genere.
Dopo un prologo medievale, la serie, composta da sei episodi, segue tre coppie invitate in un misterioso castello irlandese per partecipare a una serie di giochi mortali organizzati da un enigmatico proprietario. Una premessa che potrebbe sembrare familiare, ma che assume una dimensione completamente nuova quando vissuta in prima persona attraverso un visore VR.
A differenza dei film horror tradizionali, dove la telecamera guida l'attenzione dello spettatore, qui è il pubblico a decidere dove guardare. Questa libertà crea un'esperienza profondamente personale: mentre io mi sono ritrovato a scrutare ossessivamente gli angoli bui alla ricerca di presenze spettrali, un altro spettatore potrebbe concentrarsi sui dettagli dell'ambiente o sulle espressioni dei personaggi.
L'evoluzione tecnologica al servizio della narrazione
The Faceless Lady rappresenta un punto di svolta anche dal punto di vista tecnico. Definita come "la prima serie originale VR live action, stereoscopica (3D) mai prodotta di queste dimensioni", l'opera di Roth sfrutta appieno le potenzialità della tecnologia Meta Quest.
La qualità visiva è più che buona, non (ancora) eccellente, con un frame rate comunque che crea quella sensazione di "più reale del reale" che inizialmente può risultare straniante ma che rapidamente immerge lo spettatore nel mondo narrativo.
Questa evoluzione tecnologica non è fine a se stessa, ma serve a potenziare l'impatto emotivo della narrazione. Quando un fantasma appare improvvisamente nel tuo campo visivo, o quando un personaggio guarda direttamente verso di te (o meglio, verso qualcosa dietro di te che tu non puoi vedere), l'effetto è infinitamente più potente di qualsiasi jumpscare tradizionale.
Un fenomeno con molte potenzialità
The Faceless Lady non è un caso isolato, ma si inserisce in un trend globale che sta ridefinendo il concetto stesso di narrazione. Per alcuni lo storytelling immersivo diventerà sempre più centrale nell'industria dell'intrattenimento, per altri è semplicemente un gioco di prestigio, un giro sull’ottovolante che genera curiosità e poco altro.
Comunque sia, sfogliando il catalogo Meta Quest TV all’interno di Oculus, esperienze cinematiche immersive, che combinano realtà virtuale e aumentata con video a 360 gradi, stanno guadagnando terreno non solo nel settore dell'horror, ma in ogni genere narrativo. Dal documentario al dramma, dalla commedia all'avventura, i creatori stanno esplorando le possibilità offerte da queste tecnologie per coinvolgere il pubblico a un livello più profondo.
Parallelamente, l'intelligenza artificiale sta rivoluzionando la creazione di contenuti, permettendo esperienze sempre più personalizzate. Immaginate una storia che si adatta alle vostre reazioni emotive, che cambia direzione in base alle vostre scelte o che genera contenuti unici per ogni spettatore. Questi non sono scenari futuristici, ma realtà già in fase di sviluppo.
Il potere dell'interattività
Ciò che rende particolarmente affascinante questa evoluzione è il modo in cui trasforma il ruolo del pubblico da passivo a attivo. Non siamo più semplici spettatori, ma partecipanti che influenzano – direttamente o indirettamente – lo svolgimento della narrazione.
Nel caso di The Faceless Lady, l'interattività è ancora relativamente limitata: possiamo esplorare l'ambiente, ma non possiamo alterare la trama. Il passo successivo potrebbe essere l'integrazione di elementi di scelta, simili a quelli visti in produzioni interattive come Black Mirror: Bandersnatch di Netflix.
Immaginate di poter decidere quale porta aprire nel castello infestato, quale personaggio seguire o come reagire a una minaccia. Ogni scelta porterebbe a conseguenze diverse, creando un'esperienza narrativa unica per ogni spettatore e incentivando visioni multiple per esplorare tutti i possibili sviluppi.
Le sfide della narrazione immersiva
Naturalmente, questa rivoluzione narrativa non è priva di sfide. La creazione di contenuti immersivi richiede competenze tecniche specifiche, investimenti significativi e un ripensamento radicale delle convenzioni narrative tradizionali.
I creatori devono considerare che lo spettatore potrebbe guardare in qualsiasi direzione in qualsiasi momento, potenzialmente perdendo elementi cruciali della trama. Come si racconta una storia coerente quando non si ha il controllo completo su ciò che il pubblico vede?
The Faceless Lady affronta questa sfida in modo intelligente, utilizzando segnali sonori e visivi per guidare l'attenzione dello spettatore senza limitarne la libertà. Un sussurro alle spalle ti invita a voltarti, un movimento improvviso cattura il tuo sguardo, una porta che si apre lentamente stuzzica la tua curiosità.
Inoltre, l'esperienza VR può risultare fisicamente e mentalmente intensa, soprattutto in un contesto horror. Non tutti gli spettatori sono pronti per un'immersione così profonda, e i creatori devono trovare un equilibrio tra coinvolgimento e accessibilità.
Produzioni VR consigliate
Gloomy Eyes, narrato da Colin Farrell, è una trilogia animata dove diorami fantastici ruotano attorno al pubblico, creando un'esperienza visiva che ricorda il teatro delle marionette ma con una libertà spaziale senza precedenti. Questa storia in stile Tim Burton di un ragazzo zombie e una ragazza mortale in un amore proibito ha conquistato premi ai festival di Annecy e SXSW, diventando un classico dell'animazione VR. La particolarità di "Gloomy Eyes" sta nel suo approccio alla narrazione tridimensionale. Lo spettatore non è semplicemente davanti a uno schermo, ma al centro di un universo in miniatura che si sviluppa in tutte le direzioni. Può osservare i dettagli da vicino, cambiare prospettiva, scoprire elementi nascosti.
Space Explorers: The ISS Experience: vincitore dell'Emmy Award 2021 per Outstanding Interactive Program, rappresenta la più grande produzione mai filmata nello spazio. La serie segue otto astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Girata nell'arco di due anni con accesso esclusivo all'equipaggio, Space Explorers trasforma lo spettatore in un membro temporaneo della missione. Fluttuare in assenza di gravità, osservare la Terra da 400 chilometri di altezza, assistere agli esperimenti scientifici: tutto questo diventa un'esperienza da vivere in prima persona grazie alla VR.
Traveling While Black, diretto dal premio Oscar Roger Ross Williams, affronta la lunga storia di restrizione dei movimenti per gli americani neri e la creazione di spazi sicuri nelle loro comunità. L'esperienza trasporta lo spettatore nello storico Ben's Chili Bowl di Washington, DC, un luogo simbolo della resistenza culturale afroamericana. Seduti virtualmente al tavolo con i protagonisti, gli spettatori condividono momenti intimi di riflessione sulle esperienze di discriminazione e resilienza.
The Limit, diretto da Robert Rodriguez, è un film VR360 di 20 minuti dove lo spettatore interpreta un agente canaglia che collabora con la super-assassina M-13, interpretata da Michelle Rodriguez, per combattere contro un'organizzazione segreta guidata da Norman Reedus. Ciò che distingue The Limit è il suo tentativo di portare l'azione cinematografica ad alto budget nel formato VR. Rodriguez utilizza la sua caratteristica regia dinamica per creare un'esperienza che mette lo spettatore al centro dell'azione, sfruttando la visione a 360 gradi per amplificare l'adrenalina delle sequenze d'azione. È un primo, ambizioso tentativo di tradurre il linguaggio del cinema d'azione hollywoodiano in un nuovo medium, con tutti i pregi e i limiti di un'opera pionieristica.
Spheres rappresenta un ponte tra il cinema d'autore e le nuove frontiere VR. Prodotto da Darren Aronofsky e Ari Handel e diretto da Eliza McNitt, questo viaggio cosmico in tre capitoli trasporta lo spettatore attraverso le meraviglie dell'universo. Con la narrazione di star come Jessica Chastain, Millie Bobby Brown e Patti Smith, Spheres combina rigore scientifico e sensibilità artistica per creare un'esperienza trascendente. La VR qui è un mezzo per suscitare quel senso di meraviglia cosmica che filosofi e poeti hanno cercato di catturare per secoli.
#2 - Scriviamo una sceneggiatura con IA. L’idea
Ho un’idea che mi ronza in testa da un po’. E’ solo un’idea. Come tutte le idee mi rimangono in testa per un bel po’ prima di prendere forma.
E’ un’idea nata dalla visione delle scene di guerra cui stiamo assistendo, dalle foto e dai video di bambini sotto le bombe, tra le macerie, abbracciati a genitori che non possono proteggerli e li stringono forte. Scene che mi straziano il cuore.
La mia idea è quella di una bambina con un potere immenso che non riesce ancora a gestire. Me la immagino come un mix tra Akira e Carrie. Lei riesce a trasferire i sentimenti di una persona ad un’altra. Chiamiamolo il potere dell’empatia. All’inizio lo usa senza neanche volerlo. A scuola ferma il bullo che sta picchiano un coetaneo semplicemente facendogli “sentire” cosa prova la sua vittima.
Poi il suo paese entra in guerra. Macerie, devastazione, distruzione, morte. Lei assiste a scene disumane, ad uomini divenuti bestie e carnefici per i propri simili. Fino a quando il suo potere impazzisce, deflagra in tutta la sua potenza, avvolge il mondo. Ora tutti gli esseri viventi del mondo sanno cosa sta provando lei in quel momento. Il mondo di ferma.
Solo una bozza di idea, da sviluppare, che mi porta a una prima considerazione: corto troppo costoso per essere realizzato in live action, forse sarebbe preferibile realizzarlo in animazione.
Ad ogni modo spiego a Chatty la mia idea e gli chiedo di valutare i punti forti e i punti deboli dell’idea.
Continua…
Preferito Cinema Show: il cinema in 48 ore
Nell’ultima puntata vi abbiamo raccontato la frenesia creativa del 48H Film Project, la competizione internazionale dove troupe di filmmakers hanno solo due giorni per scrivere, girare e montare un cortometraggio completo. In diretta con noi il regista Davide Alario, uno dei partecipanti italiani, e l’attrice Chiara Caporali.
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Se invece volete ascoltare il podcast su Spotify - solo talk senza musica - vi basta cliccare sull’immagine.
🎙️ La prossima puntata di Preferito Cinema Show è da non perdere. In apertura avremo il collegamento telefonico con Maurizio Nichetti - di cui è recentemente uscito il nuovo film AmicheMai - che riceverà il Celebration of Lives Award 2025 al Biografilm, in programma a Bologna dal 6 al 16 giugno, e sarà poi ospite sabato 7 giugno della serata di apertura del festival Le Giornate della luce, dal 7 al 15 giugno a Spilimbergo.
In studio con noi il regista Alessandro Marzullo che ci presenterà l’edizione home video del suo film Non credo in niente. Con lui l’amico produttore Giuliano Giacomelli di Orca Produzioni.
Appuntamento con Preferito Cinema Show martedì 10 giugno, ore 16, sempre e solo su Radio Kaos Italy.
🎬Ultime cose viste (Film e serie tv)
🎥 L’amore che non muore (al cinema)
Il film da vedere questo mese. L'amore che non muore di Gilles Lellouche è un'opera che non conosce mezze misure, un melodramma romantico, una storia crime, un’educazione sentimentale, un film che si estende per due ore e mezza, intenso e coinvolgente, che abbraccia il melodramma senza vergogna e che punta dritto al cuore dello spettatore. Film di cui mi sono innamorato completamente. Ve ne parlo qui.
🎥 Karate Kid: Legends
Io con Karate Kid ci sono cresciuto. Chi non ha mai fatto la mossa della gru da ragazzino non è cresciuto negli anni ‘80. Da questo film non mi aspettavo niente. Invece è piacevole e divertente, tra nostalgia e omaggio, proiettato però verso le nuove generazioni. Per gli appassionati di Karate Kid e di Cobra kai da non perdere. Ve ne parlo qui.
🎥 Ballerina (al cinema)
Ballerina si inserisce nell'universo di John Wick con la grazia letale di un proiettile ben calibrato, offre esattamente ciò che ci si aspetta da uno spin-off della celebre saga: azione spettacolare, coreografie mozzafiato e una trama che finisce per diventare un semplice pretesto per il prossimo combattimento. Ana de Armas interpreta Eve, una ballerina-assassina in cerca di vendetta, e lo fa con una notevole presenza scenica. Il regista Len Wiseman orchestra combattimenti che sfruttano ogni elemento dell'ambiente circostante, dalle armi improvvisate a scenografie elaborate che diventano veri e propri parchi giochi per acrobazie mortali. In questo senso, Ballerina non delude le aspettative, offrendo alcune sequenze brutali, creative e spettacolari, tra cui un gunshot a colpi di lanciafiamme! Il problema, come spesso accade in questo universo cinematografico, è che a un certo punto la trama diventa irrilevante. La storia di vendetta di Eve è semplice e lineare, priva di svolte davvero sorprendenti o di una caratterizzazione che permetta allo spettatore di empatizzare con il suo dolore. Mentre i proiettili volano e i corpi cadono, ci si ritrova a non interessarsi più al perché di tanta violenza, ma solo al come verrà eseguita la prossima eliminazione. Per chi si accontenta di questo, o per chi vuole rivedere in azione John Wick, è il film perfetto per una serata al cinema tra amici.