... e se il cinema venisse scritto a quattro mani con l’intelligenza artificiale?
La fantascienza ci ha preparato per anni a temere (o desiderare) il momento in cui le macchine avrebbero preso parola, scritto storie, diretto scene. Quel momento è arrivato.
Ciao, come state? Intanto comunicazione di servizio: mi hanno hackerato il profilo Facebook. Chi usa i social, per svago o per lavoro, lo mette in conto. Può capitare che la piattaforma improvvisamente decida che quello che hai pubblicato fino a quel momento violi le loro regole guida e tu vieni fatto fuori in pochi secondi. Oppure può capitare che ignoti hacker (o bot) localizzati a Riga (Lettonia) decidano di prendere di mira il tuo account e affossarlo nel giro di pochi minuti. Eppure ho parlato sempre bene di Flow, giuro (per chi non lo sapesse, Flow - film vincitore degli Oscar 2025 come miglior film d’animazione - è lettone). Mi sono sentito un po’ come quando l’hard-disk esterno in cui ho conservato anni e anni di foto, articoli, idee, improvvisamente ha deciso di abbandonarmi per sempre. Poi mi sono detto: amen. Ricominciamo. Ho creato un nuovo profilo personale, se riceverete una richiesta di amicizia nei prossimi giorni sono io (non posso mandarne troppe tutte insieme perchè Facebook - ovviamente - ti blocca). Se mi avete scritto su Messenger, adesso sapete perchè non vi ho risposto. Fine comunicazione di servizio, e iniziamo.

Dentro Cort-IA, il concorso che unisce storytelling e AI – Intervista a Federico Bo di SophIA
L’intelligenza artificiale è entrata nel mondo del cinema e lo sta facendo con passo deciso, aprendo scenari nuovi, tra entusiasmo, diffidenza e sperimentazione.
Nell’ultima puntata di Preferito Cinema Show abbiamo avuto ospite telefonico l’Ing. Federico Bo di SophIA, laboratorio che ha lanciato un concorso per sceneggiature scritte in collaborazione con IA (trovate tutti i link della trasmissione in basso).
L’argomento è troppo interessante per chiudersi nello spazio e nei limiti di tempo di un’intervista radio, così qui sotto potete leggere una specie di contenuto extra alla scorsa puntata, un’intervista a Federico Bo, in cui andiamo ad approfondire alcuni aspetti di cui abbiamo parlato in trasmissione.
Mi racconti cosa fa SophIA e di cosa ti occupi tu al suo interno?
SophIA è un laboratorio attraverso il quale io e il mio socio e co-fondatore Mateusz Miroslaw Lis sperimentiamo, effettuiamo consulenze e svolgiamo corsi di formazione sull’utilizzo dell’IA (non solo generativa) nel settore audiovisivo. Non siamo ancora una società ma un “ensemble” informale: in futuro avvieremo il percorso per diventare una startup.
Come ti sei approcciato all'AI, quali potenzialità vedi e quali sono gli strumenti che utilizzi quotidianamente.
Sono un ingegnere informatico che si occupa da diversi anni di tecnologi innovative per l’audiovisivo. Fin dagli anni ’90 seguo l’evolversi del machine learning e dell’IA. Il percorso pluridecennale che ha portato all’attuale generazione di IA è stato anche quello di far evolvere i linguaggi di programmazione: da quelli più vicini alle macchine a quelli sempre più simili al linguaggio umano. Ora abbiamo la possibilità di dialogare con i computer alla pari, nei due sensi. Questo, insieme alla mole di conoscenza umana che abbiamo trasferito nelle macchine, ci permetterà di avere chiavi e punti di vista diversi per osservare e interagire con la realtà, creare e sperimentare con metodi nuovi sia nelle scienze che nelle arti. E continuerà, accelerato, il processo di delega delle attività iniziato con l’avvento dei personal computer e dei chip a basso costo negli anni ’80. Personalmente utilizzo diversi strumenti di IA, anche se non in maniera compulsiva. Chatbot come Claude o ChatGPT, NotebookLM di Google per appunti, Perplexity per le ricerche.
L’IA potrà mai sostituire la figura dello sceneggiatore o sarà sempre un’estensione del suo pensiero creativo?
Per i prossimi anni l’autore manterrà il controllo creativo così come i montatori hanno mantenuto il controllo nel passaggio dalla pellicola al digitale. Come in quel caso, gli autori e gli sceneggiatori troveranno nuove tecniche di scrittura, nuove possibilità di sviluppo di storie e personaggi, inaspettati input creativi.
Cosa cambia nella struttura narrativa di una storia quando entra in gioco l’IA? I modelli tendono a seguire schemi rigidi?
Abbiamo lanciato con il lab. SophIA un contest/ricerca, Cort-IA, anche per indagare quest’aspetto. I partecipanti dovranno scrivere la sceneggiatura di un cortometraggio insieme a un chatbot o a un modello LLM. Dovranno anche documentare la loro interazione con l’IA. Ricercatori delle università di Trieste, Bolzano, LUMSA studieranno questi progetti e ricaveranno indicazioni sulle modalità effettive di co-scrittura. Tengo a precisare che tra i partner che sostengono il contest c’è anche Rai Cinema: un appoggio non scontato e per questo prezioso (e coraggioso) da parte di un’azienda pubblica. Chi volesse saperne di più può venire a visitare il nostro sito sophia.vision.
Può l’IA aiutare a democratizzare la produzione cinematografica, dando strumenti a chi non ha accesso a grandi mezzi?
Certamente. Sono proprio le case di produzione e distribuzione medio-piccole, il cinema indipendente e i giovani filmmaker che possono avvantaggiarsi delle possibilità offerte dall’IA (non solo generativa). Due esempi. Durante la pre-produzione tutte le informazioni utili possono essere estratte, catalogate e trasformati in documenti - per esempio la definizione del budget - direttamente dalla sceneggiatura. In post-produzione si possono ottenere risultati eccellenti in termini di qualità video senza utilizzare camere, hardware e software costosi.
Come rispondi alle critiche riguardanti l'uso dell'IA nella creatività umana, soprattutto da parte di sceneggiatori tradizionali?
È banale dirlo, ma ogni tecnologia altera la creatività umana, dalla scrittura in poi. Scrivere una sceneggiatura con il computer è differente che scriverla con la macchina da scrivere. Ricordiamo che i modelli sono addestrati – nel bene e nel male – con una summa di contenuti generati da esseri umani: la creatività umana è lì dentro, distillata, rimescolata, disconnessa e riconnessa, pronta a essere riplasmata con l’interazione con il nuovo autore.
Secondo te andrebbero previste delle linee guida per l'uso etico dell'IA nella scrittura cinematografica?
Andrebbero sicuramente previste linee guida per l’utilizzo dell’IA in tutta la filiera produttiva. Una delle attività che andrebbero svolte è quella di tenere traccia, in un documento, di tutti gli utilizzi dell’IA (quali modelli, come sono stati usati ecc.)
In che modo l'IA può arricchire la narrazione cinematografica senza sostituire la creatività umana?
Creando nuove modalità di creazione delle storie e dei personaggi. Pensiamo a un modello che venga addestrato dagli autori a essere un certo personaggio, con una determinata personalità: immaginate come potrebbe essere interessante sviluppare dinamicamente dialoghi tra questi personaggi creati nella mente di un autore ma svincolati da essa.
Immagina il futuro: come vedi il cinema tra vent'anni? Come immagini l'evoluzione del rapporto tra intelligenza artificiale e cinema nei prossimi anni?
Con Mateusz abbiamo scritto una ricerca pubblicata dall’Italian Institute for the Future intitolata Creare, produrre e distribuire opere audiovisive nel 2034: uno scenario AI-based (puoi scaricarlo cliccando qui). Ipotizziamo che l’itera filiera produttiva sarà AI-based. La pre-produzione sarà legata strettamente alla post-produzione grazie alla pre-visualizzazione garantita dall’IA generativa, la produzione avverrà con uso intensivo dei led-wall e, in esterno, con droni (anche terrestri o acquatici) con notevole grado di autonomia ma addestrati con le direttive dei registi, dei direttori della fotografia ecc. Nella distribuzione si avranno tecniche avanzate di audience design e iper-personalizzazione dei contenuti. Per fare un esempio, si potranno avere copie “premium” in cui saranno inserite immagini, scritte, musiche e anche repliche dello spettatore (come comparse).
Quanto è importante che chi lavora nel cinema oggi capisca davvero come funzionano questi strumenti?
Come in tutti gli altri settori, è fondamentale. Non siamo sicuri dell’impatto dell’IA sul mondo del lavoro ma di sicuro chi non saprà utilizzare gli strumenti AI-based non sarà più competitivo.
Secondo te, qual è oggi il più grande malinteso sull’uso dell’intelligenza artificiale nel cinema?
Che con un click si possa a breve realizzare un film. Ci sarà sempre la necessità di un duro lavoro creativo, tecnico, relazionale di una squadra formata da un gran numero di persone dotate di capacità, competenze e soprattutto di passione.
Facciamo un esperimento? Scriviamo una sceneggiatura con IA

Il concorso Cort-IA di cui abbiamo parlato sopra (vi lascio il link se vi va di approfondire) mi ha fatto venire un’idea:
scrivere una sceneggiatura con la collaborazione dell’IA, sviluppata passo dopo passo, settimana dopo settimana, e documentare tutto in questa newsletter.
Ogni fase sarà documentata: impostazioni generali, idea iniziale, dialogo con i modelli, prompt, dubbi, svolte narrative, problemi di dialogo… e magari anche qualche sorpresa inaspettata. Lo immagino come un diario creativo in diretta, trasparente e aperto, dove cercheremo di rispondere a una domanda semplice quanto profonda:
fino a che punto un’IA può davvero “scrivere” una storia?
Presenterò poi il risultato a Cort-IA (ho avuto il benestare dagli organizzatori per fare questo esperimento). Abbiamo tempo fino al 15 settembre, ci metteremo al lavoro (io e Chatty) già dalla prossima puntata. Sono veramente curioso di scoprire dove mi porterà questo esperimento!
Preferito Cinema Show: storie e visioni del futuro
Oltre a Federico Bo di SophIA in collegamento telefonico, ospiti in studio Diego Arciero, VFX Supervisor attivo in numerose produzioni italiane, e Serena Perla della Rainbow, editor e colorist. Dalla sceneggiatura agli effetti speciali una puntata in cui abbiamo cercato di fare il punto non solo sulle prospettive IA che ci aspettano, ma su quello che già mettiamo in campo nelle rispettive professioni… ne è uscita fuori una puntata decisamente interessante!
Potete recuperare la puntata cliccando il player qui sotto 👇
Se invece volete ascoltare il podcast su Spotify - solo talk senza musica - vi basta cliccare sull’immagine.
🎙️ Nella prossima puntata torneremo ad esplorare il futuro del cinema, ma faremo anche un passo indietro, ad un passato che sembra lontanissimo ma che fa parte della nostra storia. Avremo ospite in studio il regista Andrea Biglione, che si appresta a realizzare Pompei Z, zombie horror interamente girato con Intelligenza artificiale, prodotto da Roberto Bessi per Kalicon, in uscita nelle sale nel 2026.
In collegamento telefonico ci sarà invece l’autrice Antonia Tosini che ha dato alle stampe il libro Nella cabina del proiezionista - la magia delle vecchie sale edito PAV Edizioni.
Appuntamento con Preferito Cinema Show martedì 27 maggio, ore 16, sempre e solo su Radio Kaos Italy.
🎬Ultime cose viste (Film e serie tv)
🎥 Nonnas (Netflix)
Ecco il classico comfort movie che ti avvolge come il profumo di sugo della domenica. Quando un uomo in lutto apre un ristorante a Staten Island assumendo nonne italiane come chef, crea uno spazio dove il dolore si trasforma in guarigione, un piatto alla volta. Nonnas non reinventa la ruota della commedia drammatica, ma come i piatti della tradizione, non serve essere innovativi quando si è così confortanti. Vince Vaughn e il cast di "nonne" stellari (Susan Sarandon, Lorraine Bracco) servono un pasto che nutre l'anima più che stupire il palato. Un film prevedibile ma genuino, che celebra la connessione tra cibo, memoria e appartenenza.
🎥 Lilo & Stitch (al cinema)
Il remake live-action di Lilo & Stitch è sicuramente ben fatto e riesce, a tratti, dove molti altri hanno fallito: catturare l'anima dell'originale senza sembrare un'operazione puramente commerciale. Io su queste operazioni sono un po’ (troppo?) critico, ma devo dire che a conti fatti la storia della bambina hawaiana che adotta un alieno distruttivo pensando sia un cane rimane intatta. Non mi hanno convinto per niente i personaggi e le novità aggiunte (poche ma inutili), ma è il rapporto con la sorella maggiore Nani a brillare davvero. Maia Kealoha e Sydney Elizebeth Agudong costruiscono una relazione credibile e toccante, mentre la CGI di Stitch è efficace. Il film non aggiunge molto di nuovo alla formula, ma riesce a bilanciare umorismo e profondità, dimostrando che "ohana" significa ancora famiglia, anche in carne e ossa.
🎥 Carême (AppleTv+)
La nuova serie francese di AppleTv+ è come un soufflé perfettamente montato: leggera, ricca e decisamente eccessiva. Ambientata nella Parigi napoleonica, segue Marie-Antoine Carême, il primo celebrity chef della storia, che si ritrova coinvolto in intrighi politici mentre rivoluziona l'alta cucina. Benjamin Voisin interpreta questo cuoco-spia con carisma da vendere, in una serie che mescola gastronomia e spionaggio con un tocco tipicamente francese. Carême non è particolarmente profonda, ma il suo ritmo incalzante, le ambientazioni sontuose, il suo essere spesso molto sexy e il tono volutamente sopra le righe la rendono un piacere colpevole che, come i piatti del protagonista, lascia con la voglia di un'altra portata.
🎥 Drop (al cinema)
Drop è un thriller che sa esattamente cosa vuole essere: un giro sulle montagne russe dell'adrenalina. Meghann Fahy interpreta Violet, una donna che durante un primo appuntamento riceve messaggi minacciosi sul telefono da qualcuno presente nel ristorante, minacciando di uccidere suo figlio e sua sorella se non seguirà le istruzioni. Il regista Christopher Landon costruisce la tensione con precisione chirurgica, trasformando oggetti quotidiani e tecnologia moderna in strumenti di suspense. Il film si ispira chiaramente a Red Eye di Wes Craven, alcune incongruenze nella trama vengono facilmente perdonate grazie al ritmo incalzante e alla convincente interpretazione della protagonista. Un thriller senza pretese ma efficace.
🎥 The Monkey (al cinema)
The Monkey è un horror-commedia che si diverte a giocare con le aspettative. Adattamento di un racconto di Stephen King, segue la storia di due gemelli (entrambi interpretati da Theo James) perseguitati da un giocattolo a forma di scimmia maledetto che causa morti accidentali a chiunque gli stia intorno. Il regista Osgood Perkins abbandona l'atmosfera opprimente del suo precedente Longlegs per un approccio più ludico e sopra le righe, con sequenze di morte creative che ricordano Final Destination. Il film non brilla per profondità dei personaggi, ma compensa con un ritmo serrato e un umorismo nero ben calibrato. Un'esperienza divertente e sanguinolenta che non si prende troppo sul serio.
🎥 Final Destination Bloodlines (al cinema)
Final Destination Bloodlines riporta in vita la saga horror con un'energia contagiosa e un'autoironia che la rende più fresca che mai. La storia segue Stefani, tormentata dalle visioni della nonna che sopravvisse miracolosamente a un disastro negli anni '50, mentre cerca di salvare la propria famiglia dalla morte che torna a reclamare il suo dovuto. I registi Zach Lipovsky e Adam B. Stein orchestrano sequenze di morte elaborate con la precisione di un orologio svizzero, trasformando oggetti quotidiani in letali trappole del destino. Il film abbraccia consapevolmente l'assurdità della premessa, bilanciando perfettamente orrore e umorismo nero. Un rilancio brillante che rispetta la formula originale ma la aggiorna con un tocco di modernità e un'energia travolgente.
📚Un consiglio di lettura. Tre motivi per leggere:
Perché racconta il cinema horror dall’interno
Grandi illusioni è più di un libro: è un’autopsia creativa sui corpi sventrati del cinema horror anni ’70 e ’80. Tom Savini – il mago degli effetti speciali cresciuto con l’incubo reale del Vietnam – racconta con passione e ironia come ha rivoluzionato il gore, trasformando arti mozzati, cervelli esplosi e interiora fumanti in poesia visiva. E lo fa con centinaia di foto, aneddoti di set e dettagli tecnici spiegati con semplicità ma mai banalità.Perché è un manuale di artigianato punk del cinema di genere
Grazie all’ottimo lavoro della Cut-Up Publishing (con la supervisione editoriale di Stefano Fantelli), il volume esplora materiali, tecniche e soluzioni trovate in extremis per realizzare effetti diventati culto. È un testo imprescindibile per chiunque voglia diventare effettista, ma anche per chi semplicemente si è chiesto almeno una volta: “Come diamine hanno fatto quella scena?”Perché ha dentro l’anima di un’epoca e i mostri con cui siamo cresciuti
Con le prefazioni di George Romero, Stephen King e Dick Smith, questo libro è anche una capsula del tempo del cinema horror americano. Un’America che, tra guerre vere e paure sociali, ha trovato nel sangue finto una catarsi culturale. Grandi illusioni è un atto d’amore per il cinema che ha osato tutto, e che lo ha fatto con colla, lattice e un po’ di ketchup. Obbligatorio per ogni fan, studente o cultore del genere.
⚒️Tool, link utili, plug in, produttività, svago…
🎨 AutoDraw è un tool gratuito firmato Google Creative Lab che trasforma scarabocchi e disegni rudimentali in illustrazioni pulite e professionali. Come funziona? Tu inizi a disegnare a mano libera e l’IA cerca di capire cosa stai provando a rappresentare, proponendoti una serie di disegni simili. Basta cliccare sul suggerimento giusto e il tuo disegno si trasforma magicamente. È perfetto per creare grafiche rapide, storyboard stilizzati, icone per presentazioni o semplicemente divertirsi.
🎵 Soundraw è una piattaforma che permette di creare musica originale grazie all’intelligenza artificiale. Funziona così: scegli il mood, il genere, la durata e gli strumenti che preferisci… e in pochi secondi Soundraw genera brani personalizzati, pronti da usare. È pensato per creator, videomaker, podcaster o chiunque abbia bisogno di colonne sonore libere da copyright ma con una qualità da studio.
🎙️ Adobe Podcast è la suite pensata per chi crea contenuti audio, perfetta per podcaster, giornalisti, creator o chi registra voiceover. Il suo strumento più potente è Enhance Speech: grazie all’intelligenza artificiale, trasforma registrazioni anche imperfette (piene di rumori o fatte con il microfono del telefono) in audio pulito e professionale, come se fosse stato registrato in studio. Include anche un editor online che trascrive automaticamente l’audio e ti permette di montare l’episodio come se stessi modificando un documento Word.